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L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte

266834
Sgarbi, Vittorio 17 occorrenze
  • 2012
  • Grandi Passaggi Bompiani
  • Milano
  • critica d'arte
  • UNIFI
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L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte

Kounellis c’è l’artificio, l’intenzione, la volontà di fare qualche cosa che abbia un significato, nell’accumulazione dei culatelli no: c’è un

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uno spazio teatrale. E proprio il principio estetico di impedire che un luogo muoia ha a che fare con l’articolazione del Padiglione Italia.

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testa, non sia una notevole artista. Anzi: ha inventato un nuovo modo di fare dell’arte. Quindi la grande fortuna del nostro tempo è che noi possiamo

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capitasse di fare il presidente di commissione della “Pupa e il Secchione”, scoprireste che la ragazza interrogata non è veramente ignorante, perché

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movimento, cioè quando noi avevamo deciso che era ormai chiuso, una quantità di giovani han continuato a fare le lastre concrete. Ancora oggi, ogni tanto

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Riuscire a fare critica evocando emozioni e poesia è cosa molto difficile: ci riusciva Roberto Tassi, ci riusciva mirabilmente Testori, ci è riuscito

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, dell’oggetto. Armani, Valentino (non Capucci, che è quasi uno scultore) e molti “grandi” della moda possono fare un abito assolutamente identico a

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Fondamentale, quindi, per un artista contemporaneo, è l’essere riconosciuto immediatamente: al punto che alcuni bravi artisti hanno dovuto fare il

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Tra l’altro, l’interesse per questo tipo di arte è di gran lunga inferiore a quello per i musei tradizionali. Per fare un esempio: solo una minima

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artisti viventi, che in quanto viventi hanno un mercato vivo che lavora con loro e per loro. Quindi non si capisce per quale motivo debbano fare mostre

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da impressioni e opinioni contingenti. Così il suo obiettivo è fare scandalo, e verificare la puntuale reazione che non gli viene risparmiata e cui non

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antica, invece, l’artista sa quello che sta per fare. Egli crea un bozzetto che trasporterà nell’opera compiuta, un bozzetto che, “raffreddato” nell

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fermato. Alcuni artisti continuano a fare con altrettanta qualità quello che hanno fatto in anni pur lontani e migliori: hanno un’energia vitale

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corrispondere perfettamente agli altissimi pensieri della pittura rinascimentale. Se dal punto di vista del racconto il film fa più di quello che può fare il

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Gasparro, Enrico Robusti. Si può ancora fare scultura - e lo dimostrano artisti come Giuliano Roy Lichtenstein, Drowning Girl, 1963.

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Vangi, Giuseppe Bergomi, Livio Scarpella, Giuseppe Ducrot, Tullio Cattaneo, Gaetano Giuffrè. Si può fare pittura e scultura - e lo dimostrano artisti

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per cui alla fine chi sa dipingere è un po’ più moderno di chi non lo sa fare.

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